Rocca d'Evandro nel mondo

 

 ANTONIO FOLQUITO (FOLCHITTO*) VERONA

 

AUTOBIOGRAFIA

 

Terza parte

 

Il mio intervento durante la campagna elettorale al Consiglio Comunale.

Lins (Bairro do Ribeiro),  Settembre 1996.

 

VERSO IL MONDO

Il considerevole contributo dell’Italia alla mia formazione

Arrivai in Italia il 2 giugno 1971, festa nazionale, all’aeroporto di Fiumicino e in autobus fino alla Stazione Termini. Lì presi il treno diretto a Catania dove mi aspettavano i Salesiani dell’Istituto Tecnico Sacro Cuore della Barriera del Bosco alle pendici dell’Etna. Viaggiai in uno scompartimento zeppo di giovani siciliani che ritornavano a casa. Con loro ebbi i miei primi contatti con la cultura e la lingua che sarebbero diventati i miei riferimenti iniziali in Italia. A Catania, mi fecero salire in una macchina e mi lasciarono sul marciapede del Sacro Cuore. Lì, piuttosto che i religiosi, furono i ragazzi studenti che mi adottarono effettivamente. In testa ci fu Marcello Limoli, che divenne mio amico; poi ci furono pure tanti bravissimi giovani che concludevano quell’anno i loro corsi. Ero per loro qualcosa di ben diverso, venuto da lontano e con un’altra esperienza. Insomma divenni il centro delle attenzioni di quella scuola. Rimasi a Catania circa tre mesi. In settembre di quello stesso anno andai da solo a Roma ad abitare presso un’istituzione chiamata Terra Nuova, un centro di accoglienza e di formazione per i giovani italiani che volevano andare nel cosiddetto “Terzo Mondo” per svolgere dei lavori sia pastorali sia civili, come gli obiettori di coscienza. Era situato in una casa vicina alle catacombe di San Callisto, sulla Via Appia Antica.

 

In ottobre ero già a Messina, precisamente allo Studentato San Tommaso d’Aquino, dove rimasi l’anno scolastico 1971/72. In Sicilia, perciò, iniziai i primi tre anni del quinquennio filosofico-teologico. San Tommaso era una tradizionale scuola per i seminaristi che venivano da tutto il mondo. Lì studiai moltissimo per seguire i corsi, tutti, evidentemente, svolti in italiano.

 

Durante l’estate del 1972 visitai con un gruppo di teologi e giovani di Messina, la Communauté Ecumenique de Taizé, all’interno della Francia. Lì conobbi una ragazza francese, Clotilde Gorlier, con cui stabilii una grande amicizia che, d’altronde, contribuì significativamente allo sviluppo delle mie conoscenze della lingua francese e della cultura dell’Europa al di là delle Alpi e alla scoperta delle teorie e delle opere dello psicanalista tedesco Wilhelm Reich; grazie a lui passai a considerare la mia propria sessualità sotto un’altra prospettiva.

 

Durante l’inverno del 1972, dopo l’arrivo in Italia dell’altro giovane brasiliano, Antonio de Faveri, andai in Svizzera per continuare gli studi all’Université de Fribourg. Conobbi, allora, come professore il monaco domenicano Carlos Josaphá Pinto de Oliveira, esiliato politico dal regime militare ed oggigiorno molto rinomato in Brasile. In quel periodo conobbi pure un altro rinomato teologo brasiliano, il prete Benedito Ferraro, di Campinas. Per sopravvivere lì noi due, mentre distribuivamo ogni mattina, ad una temperatura di meno 20o, il giornale La Liberté oppure lavavamo i piatti alla Mensa, seguivamo con gli altri allievi i corsi regolari in lingua francese che ci erano offerti. In quel periodo ebbi l’occasione di incontrare, insieme agli altri brasiliani che vi abitavano, il grande pedagogo e professore Paulo Freire (pure lui esiliato) che, allora, lavorava presso il Consiglio Mondiale delle Chiese, a Ginevra.

 

Dopo questo rapido e ghiacciato passaggio per la Svizzera ritornai in Sicilia. Dopo qualche giorno a Messina mi fissai definitivamente a Catania. Il Sacro Cuore fu l’ultima tappa del soggiorno in Italia. Tre persone mi colpirono profondamente durante quel periodo: il direttore della scuola, Don Giuseppe Melilli; un giovane studente che poi divenne pure professore, Pietro (Piero) Quinci; e una giovane che mi veniva sovente a visitare, Aurelia Lucioni, appartenente alla comunità neocatecumenale locale.

 

I primi due anni in Europa furono i più difficili per me dal punto di vista psico-culturale. Però furono molto ricchi in scoperte, contatti personali ed esperienze nel campo delle idee politiche; passai, così, per un intenso processo di politicizzazione e scoprii, fuori, quello che significava in effetti essere figlio del mio Paese. Malgrado tanti cambiamenti iniziali riuscii, tra il 1973 e il 1974, a studiare un insieme di discipline filosofiche e teologiche presso l’Istituto Teologico Interdiocesano San Paolo di Catania dove mi trasferii definitivamente. Fu un tempo di maggior stabilità emozionale e di grande produzione teorica. Frattanto lavoravo all’Istituto Sacro Cuore accompagnando i ragazzi interni. Alla fine di quel triennio scoprì, finalmente, che la mia reale vocazione era tutt’altra e ben diversa dal ministero sacerdotale. Perciò mi risolsi a ritornare in Brasile.

 

I primi passi del mio impegno politico

 

Al ritorno in Brasile, avvenuto nel mese di luglio 1974, malgrado il clima di violenta repressione politica instaurata dalla dittatura militare che si era abbattuta sul paese dieci anni prima, cominciai la mia militanza nella resistenza democratica. Rincontrai, allora, un antico conoscente, il prete José Oscar Beozzo, teologo oggi noto internazionalmente, allora assessore del vescovo di Lins che, dopo alcune chiacchiere, oltre ad offrirmi un lavoro mi convinse definitivamente all’impegno partitico. Così, sui 24 anni, diventai il primo segretario dell’Istituto Teologico di Lins (ITEL), allora sotto la sua direzione. Alcuni mesi più tardi mi portò ad assumere una delle cariche del recentemente riorganizzato comitato comunale del Movimento Democrático Brasileiro (MDB) a Lins. Questo gesto fu la spinta iniziale del mio impegno politico istituzionale visto che, fino a quel momento, ero poco incline a inserirmi in un partito propriamente detto. Lo stesso accadeva col sistema scolastico ufficiale. Però finii, dopo aver svolto gli esami, ad immatricolarmi, all’inizio del 1975, al corso di Pedagogia della Faculdade ‘Auxilium’ de Filosofia, Ciências e Letras (FAL) di Lins. Conclusi soltanto il primo anno; cioè studiai solo le discipline propedeutiche. L’anno seguente m’immatricolai al corso di Storia della stessa facoltà e lo terminai.

 

Siccome facevo ancora parte del coordinamento della Pastorale della Gioventù della Diocesi di Lins, nel luglio 1976, ancora il prete José Oscar m’invitò a rappresentarla negli incontri giovanili che si sarebbero realizzati durante l’estate europea nella Communauté Ecumenique de Taizé, precedentemente citata. Il 14 agosto seguente sbarcavo in Francia sotto un caldo torrido con l’intenzione di rimanerci fino alla fine di quell’anno. In uno di quegli imponderabili momenti di incontri internazionali conobbi una giovane tedesca, Dorothée Susanne Rüdiger, allora ventenne, che sarebbe diventata in seguito mia moglie e madre dei miei tre figli. Grazie al fatto di aver dimostrato un ottimo zelo nel trascorso delle attività di animazione dei diversi gruppi giovanili che da lì passavano, provenienti dai più lontani paesi dell’Europa, principalmente quelli di parlata neolatina, fui invitato dai monaci dirigenti della suddetta comunità a integrare una delegazione mista che poco dopo sarebbe partita per l’India. Questo invito mi coinvolse profondamente e, malgrado avessi una intensa nostalgia della mia famiglia e della mia terra, finii per accettarlo. Il 26 Ottobre sbarcai a Mombay (antica Bombay) dopo aver preso l’aereo all’aeroporto di Schiphol, ad Amsterdam. Lo sbalzo sofferto per il cambiamento dall’Europa  all’India, con tutte le sue diversità mi sconvolse per molto tempo. Fu in questa occasione, però, che ebbi il privilegio di conoscere ben da vicino Madre Teresa di Calcutta, che mi portò nel suo tassì. Ritornai in Francia nel mese di novembre e poi in Brasile il dicembre seguente.

 

Nel 1977, dopo la vittoria del MDB nelle elezioni amministrative dell’anno precedente, sempre a Lins, fui invitato ad entrare nel servizio pubblico essendo stato nominato dal sindaco Waldemar Sandoli Casadei, attualmente di nuovo in carica. Il posto era quello di direttore dei servizi urbani che, in sintesi, badava alla raccolta della spazzatura, alla cura della vegetazione, alle sepolture, ecc., carica che occupai fino al 1980. All’inizio di quell’anno, in seguito al mio impegno nell’organizzazione del Partido dos Trabalhadores (PT) a Lins e nella relativa regione, fui da lui sommariamente e inavvertitamente licenziato dalla carica insieme ad altri due compagni: Matsuel Martins da Silva e Onilda Alves do Carmo. Così restai disoccupato per qualche tempo.

 

Ancora nel 1980 partecipai ad un concorso e, ammesso all’Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística (IBGE), lavorai nel censimento della popolazione del comune di Lins. Nel secondo semestre del 1981 riuscii ad entrare in graduatoria per insegnare in classi della scuola secondaria e media. Dal 6 ottobre di quell’anno fino al 28 febbraio dell’anno seguente presi in carico le discipline di Geografia e di Studi Sociali per gli allievi dei diversi livelli che c’erano, allora, all’Escola Estadual de Primeiro e Segundo Grau ‘Dom Henrique Mourão’.

 

La mia famiglia

 

         Mi sposai con Dorothée Susanne Rüdiger; questo incontro si dimostrò di grande arricchimento personale in tutti i sensi. Con lei mi sposai il 02 maggio 1981. Dal matrimonio nacquero i nostri tre figli: Antonio Mathias (Lins 11.02.1983); Maria Teresa (Birigüi 19.08.1984); e João Francisco (Araçatuba 02.06.1987).

 

I miei figli: João Francisco (a sinistra) e Antonio Mathias Rüdiger Verona (a destra).

 Cerimonia di Laurea,  Piracicaba (Campus Taquaral), Gennaio 2005.

 

Dopo 15 anni di convivenza divorziammo mantenendo, però, un buon e necessario rapporto come accade fra coloro che sanno rispettarsi e che, d’altronde, devono curare ancora qualche anno in più dei figli comuni e, dal 12 maggio 2004, anche del nipotino Cedric Gallo, figlio di Maria Teresa.

Mia figlia Maria Teresa Rüdiger Verona e mio nipote Cedric Gallo.

 Piracicaba,  Agosto 2004.

 

 

I parte | II parte | III parte | IV parte

 

 

   


Copyright © 2005 Antonio Folquito Verona - © 2005-2015 www.roccadevandro.net - Tutti i diritti riservati - Riproduzione vietata