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        Frontespizio del "Dizionario Geografico-Ragionato  
        del Regno 
        di Napoli" di Lorenzo Giustiniani. 
        Napoli,1804 
        - Biblioteca di Montecassino. | 
    
    ROCCA DE VANDRO, così è scritta questa terra nelle situazioni del Regno, 
    e soltanto in quel libricciuolo infelicemente formato della nota de’ paesi 
    del Regno col numero de’ fuochi, sta scritta Rocca d’Evandro. E’ 
    compresa in Terra di Lavoro in Diocesi di Montecasino, 
    distante da Napoli miglia 50, e 8 da Sangermano. Nel cronaco 
    di Riccardo da Sangermano è scritta Rocca Bantra, che è la 
    vera sua denominazione. Non saprei perché Troiano Spinelli l’avesse 
    chiamata Rocca d’Evandra. Vedesi edificata in luogo montuoso; dicono 
    respirarsi buon’aria , e la vogliono di qualche antichità . Quando però 
    fosse surta, e chi stato ne fosse il fondatore ignorasi, e sarà impegno di 
    altro d’indagarne i suoi monumenti di antichità. Vi si vede un castello 
    opera de’ bassi tempi. Il suo territorio dà  del grano, granone, legumi, 
    vino, olio, e tiene delle parti boscose, abbondanti di querce per l’ingrasso 
    de’ majali. I suoi naturali oltre dell’agricoltura esercitano puranche la 
    pastorizia. I prodotti sopravanzano al bisogno della popolazione, e si 
    vendono altrove. Nel 1532 fu tassata per fuochi 53, nel 1545 per 54, nel 
    1561 per 66, nel 1595 per 98, nel 1648 per 79, e nel 1669 per 74. Inoggi gli 
    abitanti ascendono a circa 1300. Presso Leone Ostiense trovasi 
    Landone conte di Bantra. Nel 1000 l’Abate Mansone del 
    Monistero di Montecasino ricevè da Landulfo principe di 
    Capua la conferma del Castello di Bantra. Si ha notizia che nel 
    1030 Teodino ebbe Rocca dE Vandro da Pandulfo principe 
    di Capua, e la diede all’Ab. di Montecasino perché assediata 
    da Corrado Imperadore. Negli ultimi tempi fu posseduta dalla famiglia
    Sanmarco, e presentemente dalla famiglia Cedronio. |